Castelmola
Castelmola deriva dal castello normanno che sovrasta il centro abitato e dalla forma della rocca su cui si trova, vagamente somigliante ad una mola di pietra (la macina del mulino); Myle era il nome della città antica. Del castello restano i ruderi delle poderose mura normanne e non è possibile stabilire con esattezza l’epoca di costruzione.
Il paese, piccolo e ben conservato, si trova sulla cima di un cocuzzolo a strapiombo sul mar Ionio a circa 36 Km a sud da Messina, a circa 49 Km a nord da Catania e a pochi chilometri da Taormina. Il punto più elevato si raggiunge salendo per un sentiero, dalla piazza principale del paese, la Piazza Sant’Antonino, fino ai ruderi di un castello. Sulla piazza esiste un belvedere che offre una splendida vista sulla costa ionica e sulla città di Taormina, sul mare e sulla costa Calabra.
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Oltre l´ombra dei mandorli, c´è l´ingresso del borgo, arroccato in cima ad infiniti tornanti. L’antico Arco che segna l´ingresso nel paese è rimasto isolato dopo la costruzione di piazza S. Agostino nel 1954 e la gradinata in pietra calcarea su cui è posto ne esalta la bellezza. La piazza, realizzata a mosaico in pietra bianca lavica, restituisce l´atmosfera siciliana nei marciapiedi alberati in cui sono collocati i sedili in pietra e i belvedere dai quali l´occhio spazia su Taormina.
Di fronte si trova il caffè San Giorgio, fondato nel 1700 dai monaci che lo adibirono a taverna. Molti anni dopo don Vincenzo Blandano lo trasformò in uno dei locali più tipici del paese, caratterizzandolo con una ricca collezione di “album” dove dal 1907 vengono raccolte le firme e i pensieri dei visitatori, comprese quelle di alcuni uomini illustri del Novecento. La sua notorietà è inoltre legata alla specialità del piccolo borgo molese, il Vino alla Mandorla, di cui lui è l’inventore. Usando le antiche tecniche greche di infusione, creò il vino aromatizzato alla mandorla che chiamò proprio “Blandanino”, un liquore misterioso ambrato scuro dentro il quale si fondevano diversi odori e sapori della sua Sicilia.
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Una curiosità: il famoso romanzo di D. H. Lawrence, “L’amante di Lady Chatterley” del 1928, venne ispirato dalla condotta licenziosa della baronessa moglie dello scrittore inglese, la quale, ebbe modo di esprimere la propria esuberante sensualità tra i vigneti e le campagne di Castelmola, con il giovane mulattiere molese Peppino D’Allura. L’uomo aveva il compito di accompagnare la baronessa presso la villa dell’amica Betty, alla quale confidava i giochi erotici nella splendida e selvaggia Sicilia lungo le mulattiere di Monte Venere.