Villa e collezione Panza
Circondata da un magnifico giardino all’italiana, Villa Menafoglio Litta Panza di Biumo è stata costruita alla metà del XVIII secolo per volontà del marchese Paolo Antonio Menafoglio e ampliata in epoca neoclassica dall’architetto Luigi Canonica, su incarico del duca Pompeo Litta Visconti Arese.
L’abitazione era stata essenzialmente concepita come una “villa di delizia”, atta cioè non ad essere la residenza del proprietario, ma bensì un luogo dove organizzare ricevimenti ed eventi mondani. In effetti, lo spazio riservato alla servitù era molto ridotto. Infatti il grande fabbricato a tre piani, con lo schema a “U” tipico della dimora barocca, aperto verso un ampio giardino all’italiana quasi sospeso sopra la città di Varese, privilegia l’atmosfera d’intimità e isolamento propri di questo genere di ville.
Dopo vari passaggi di proprietà seguiti alla morte del marchese (1769), nel 1823 la Villa venne acquistata dal duca Pompeo Litta Visconti Arese, discendente di uno dei più facoltosi casati milanesi e committente dei nuovi lavori affidati a Luigi Canonica. A lui si devono la costruzione di un nuovo Salone di rappresentanza e la realizzazione dell’ala dei rustici, destinata alle scuderie e alle rimesse per le carrozze. Nel 1935, il complesso di Biumo fu acquistato dal milanese Ernesto Panza di Biumo, che diede inizio a un’importante opera di ristrutturazione affidandone il progetto all’architetto Piero Portaluppi.
Alla morte di Ernesto Panza, la Villa di Biumo passò ai suoi quattro figli: Giulia, Alessandro, Giuseppe e Maria Luisa. Tra questi fu Giuseppe ad abitarla e ad amarla più degli altri: nel 1996 Giuseppe Panza decise di donare al FAI l’intera proprietà con l’intento di consegnare intatta ai posteri non solo la sua abitazione, ma anche il vasto patrimonio artistico in essa raccolto. La villa infatti è celebre nel mondo per la collezione d’arte contemporanea che Giuseppe Panza di Biumo vi ha raccolto a partire dagli anni ’50. Nei saloni e nelle grandi scuderie, sono oggi esposte oltre cento opere di artisti contemporanei, oltre a ricchi arredi del periodo che va dal XVI al XIX secolo e ad un’importante raccolta di arte africana e precolombiana.