Negozio Olivetti
Il Negozio Olivetti venne progettato da Carlo Scarpa nel 1957-58 su incarico di Adriano Olivetti, che desiderava realizzare un moderno showroom in piazza san Marco a Venezia per esporre le macchine da scrivere e da calcolo prodotte dalla celebre azienda di Ivrea.
Dopo aver perso per anni la sua funzione originale, il 20 aprile 2011 il Negozio è stato riaperto dopo un attento restauro filologico che ne ha restituito i colori, gli arredi e la collezione di macchine Olivetti originale. Le Assicurazioni Generali, che ne mantengono la proprietà, l’hanno affidato al Fondo Ambiente Italiano, che, dopo averne curato il restauro, si occupa del suo mantenimento e ne assicura la fruizione al pubblico.
Nella cultura dell’Olivetti alla metà del secolo scorso era ben radicata la convinzione che i luoghi del lavoro e della produzione dovessero avere elevate qualità estetiche, oltre che funzionali, per creare ambienti nei quali il lavoratore si sentisse gratificato e, trovandosi a proprio agio, potesse contribuire nel modo migliore alla crescita dell’impresa. Questa convinzione si era poi estesa fino a comprendere anche i negozi, che dovevano rispettare certi standard predefiniti, essere disposti in modo razionale e funzionale, trasmettere al cliente un messaggio di efficienza, di qualità del design e di eccellenza tecnologica.
In questa ottica Scarpa, nei ventiquattro mesi successivi, sistemò sotto i portici delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco il negozio destinato ad accogliere le esposizioni dei prodotti dell’industria di Ivrea. Intervenenne sui paramenti esterni, sulle vetrine e ridisegnandone gli spazi interni, si avvalse di raffinate e sapienti tecniche costruttive con le quali mescolò materiali tra i più ricercati (marmi e pietre, marmorini e superfici in calce e a mosaico, diverse essenze di legno, metalli e cristalli).
L’eccezionale opera di Carlo Scarpa è divenuta così un fedele Museo di se stesso: grazie al dono al FAI da parte di Olivetti di una preziosa collezione di macchine da scrivere e da calcolo storiche, la Fondazione ha potuto ripristinare l’allestimento e la funzione originaria del luogo, nell’intento di ridare un futuro alla qualità tecnica ed estetica che ha contrassegnato la miglior produzione italiana del dopoguerra.