Mulino di Baresi
Il mulino di Baresi, piccola frazione di Roncobello, è stato scelto in virtù della storia toccante del proprietario del mulino Maurizio Gervasoni, l’ultimo mugnaio che fino al 1996 ha macinato il grano per la farina da polenta. Esso è anche luogo simbolo per il profondo legame che lo unisce alla piccola comunità di Baresi in quanto, immerso nella radura in alta Val Brembana, esiste almeno dal 1550. Ha ospitato un maglio e poi contemporaneamente un torchio per la spremitura delle noci, un mulino per le farine, un forno per il pane e una casera; dalla sua attività decine di comunità della Valle hanno ricavato per secoli i beni della propria sussistenza come farina, miglio, olio , formaggio e pane.
All’interno non c’è nessuna finestra che lasci entrare uno spiraglio di luce, c’è solo una lampada che permette di vedere un vero e proprio tesoro per la storia rurale: il mulino per la farina, con le due macine di pietra perfettamente funzionanti, ci sono ancora setacci, palette e contenitori pronti all’uso. In fondo all’edificio rimane quello che una volta era il forno per il pane.
Un locale adiacente al principale ospitava invece una casera: c’è ancora il tavolo con gli scolatoi dove veniva lavorato il latte.
Ma il pezzo più importante dell’intero complesso è sicuramente rappresentato dal torchio per le noci: un complicato sistema di ruote (quella grossa e verticale che dava il via al sistema veniva mossa da un uomo che vi camminava all’interno) consentiva di ottenere olio di noce, utilizzato come alimento oppure per l’illuminazione.
Il FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) ha scelto il Mulino di Baresi come “luogo del cuore” da restaurare e da adibire a museo da affidare all’associazione “Maurizio Gervasoni”. Il restauro conservativo ha utilizzato sabbie e materiali del luogo e ha rigenerato la struttura. Ora i meccanismi e gli ingranaggi sono nuovamente in funzione, nel vecchio canale scorre l’acqua del torrente Valsecca.
Il recupero del mulino da parte del FAI è divenuto l’esempio dell’impegno e della voglia di far rivivere un luogo della memoria in un territorio incontaminato.