Il Castello di Donnafugata ed il suo labirinto
Il Castello di Donnafugata si trova a pochi chilometri da Ragusa. In realtà è una sfarzosa residenza nobiliare di fine ‘800 e non, come il nome suggerisce, un castello medievale. Fin da lontano la costruzione colpisce per la sua sontuosità negli esterni in stile neogotico, coronati da due torri ai lati della facciata. La bellezza scenografica di questa costruzione l’ha reso più volte set favorito di produzioni cinematografiche.
Varie sono le ipotesi sull’origine del nome “Donnafugata”. Secondo alcuni il conte Bernardo Cabrera avesse rinchiuso nel castello la regina Bianca di Navarra, rimasta vedova, poichè aspirava a sposarla diventando così sovrano: la regina sarebbe dunque riuscita a scappare, dando così origine al nome Donnafugata. Secondo altri invece il nome è la libera interpretazione e trascrizione del termine arabo عين الصحة ʻAyn al-Ṣiḥḥat (Fonte della Salute) che in siciliano diviene “Ronnafuata”, da cui la denominazione attuale.
La prima costruzione del castello sembra dovuta ai Chiaramonte, conti di Modica nel XIV secolo. La maggior parte della costruzione si deve però al Barone Corrado Arezzo, eclettico uomo di studi e politico.
L’edificio castellare conta tre piani e più di centoventi stanze, ciascuna arredata con diversi stili e deputata a diverse funzioni; è possibile oggi visitare il Piano Nobile del castello, così da ammirare le insegne nobiliari delle grandi famiglie siciliane dipinte alle pareti.
Inoltre vi è anche un labirinto, uno dei posti più suggestivi, realizzato con muri a secco, in pietra bianca ragusana e sorvegliato all’ingresso da un soldato di pietra. La forma trapezoidale riprende quella inglese di Hampton Court, vicino Londra, che il Barone aveva visto durante uno dei suoi viaggi. Un tempo i muri del tracciato erano ricoperti da siepi di rose rampicanti che impedivano di sbirciare o scavalcare le corsie.
Il labirinto si trova in un grande parco, all’interno del quale sono presenti alcuni “scherzi” che il Barone aveva ideato per allietare le giornate al castello: un sedile dove era stato posizionato un irrigatore che si azionava nel momento in cui un ospite ci si sedeva sopra. Un altro scherzo era quello di aprire una particolare cappella posta in fondo al parco e far uscire a sorpresa un monaco di pezza che suscitava lo spavento della “vittima” dello scherzo. Al momento gli scherzi sono in disuso, ma si sta lavorando per rimetterli in funzione.