Crespi d’Adda
Il Villaggio di Crespi d’Adda, in provincia di Bergamo in Lombardia, racconta di un villaggio ideale del lavoro: un piccolo feudo dove il castello del padrone era simbolo sia dell’autorità che della benevolenza, verso i lavoratori e le loro famiglie.
Autentico modello di città ideale, il Villaggio di Crespi d’Adda ha costituito una delle realizzazioni più complete ed originali nel mondo e si è conservato perfettamente integro, mantenendo intatto il suo aspetto urbanistico e architettonico. Considerato uno dei più mirabili esempi di archeologia industriale in Italia è entrato a far parte della Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel dicembre del 1995.
Il Villaggio prende il nome dalla famiglia Crespi, industriali cotonieri lombardi, il cui fondatore Cristoforo Benigno Crespi nel 1877 realizzò un moderno “Villaggio ideale del lavoro” accanto al proprio opificio tessile. Ai lavoratori venivano messi a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari (chiesa, scuola, ospedale, piscina, bagni pubblici e persino un cimitero). In questo piccolo mondo perfetto il padrone “regnava” dal suo castello e provvedeva come un padre a tutti i bisogni dei dipendenti.
Dal punto di vista architettonico all’interno del villaggio si possono osservare diversi stili tra i quali predomina il neogotico-lombardo, la chiesa invece è in stile rinascimentale mentre il castello dei Crespi è in stile neo medievale. A questi si aggiunge il Mausoleo che ha caratteristiche tratte dalla secessione viennese e dalle costruzioni mesopotamiche ed egizie, cui si aggiungono particolari decorativi esotici e orientaleggianti.
Il paesaggio che ospita Crespi d’Adda è davvero singolare: il villaggio è inserito in un bassopiano dalla forma triangolare che è delimitato da due fiumi confluenti l’Adda e il Brembo, i quali formano una penisola chiamata “Isola Bergamasca”, alla cui estremità si trova appunto il villaggio.
Le caratteristiche geografiche e il grado di emarginazione che esse hanno implicato ci aiutano a capire come Crespi d’Adda si sia potuta conservare in modo così straordinario, nascosta ed estranea allo sviluppo caotico dell’area circostante.