Castello di Calatubo
Il castello di Calatubo è un’antica fortezza che sorge nei dintorni di Alcamo, in provincia di Trapani. Il sito presenta frequentazioni antichissime, con resti di un insediamento elimo e di una necropoli. Con la sua imponente mole attrae la curiosità dei viaggiatori; è però sconosciuto ai più e versa oggi in uno stato di abbandono, nonostante il Comune di Alcamo abbia spesso espresso la volontà di recuperarlo.
Le origini del castello risalgono a prima del 1093: anticamente, attorno al castello sorgeva il villaggio di Calatubo, che fondava il proprio commercio sull’esportazione di cereali e di pietra da mulino, estratta dalle cave attorno al torrente Finocchio. La struttura del Castello seppure rimaneggiata diverse volte nel corso del tempo conserva ancora le caratteristiche tipiche delle fortezze Bizantine (rarissimo esempio in tutta l’isola). Con gli Arabi diventa un’imponente roccaforte provvista di un paese grande per poi divenire successivamente dimora signorile di diverse e importanti famiglie nobili siciliane che modificarono in base alle proprie esigenze le strutture del Castello.
Il villaggio di Calatubo fu abbandonato in seguito alla conquista da parte di Federico II e il castello perse la sua funzione originaria di fortezza militare, trasformandosi in una masseria. Durante tale periodo, al castello si aggiunsero magazzini, stalle e altre strutture utilizzate per l’amministrazione agricola del feudo di Calatubo.
Il castello rimase in buone condizioni fino al 1968, anno del terremoto del Belice. A peggiorare l’azione distruttrice del terremoto fu l’utilizzo della struttura come ovile e gli scavi di frodo, che avevano come obiettivo i reperti della necropoli del VII secolo a.C. attinente al castello.
Nel corso degli ultimi anni (2003-2014) è stato segnalato più volte nell’ambito dell’iniziativa “I Luoghi del Cuore” promossa dal Fondo Ambiente Italiano (FAI), che ha come obiettivo la protezione e la valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico italiano.