Bosco di San Francesco
Quando nel 2008 il FAI ha ricevuto il Bosco in donazione, tutta l’area era in uno stato di avanzato degrado. È stato necessario perciò un tipo di restauro molto particolare. L’obiettivo era di riconsegnare alla natura e alla storia un paesaggio ben gestito, rispettato, protetto. Dal punto di vista del restauro conservativo si è agito su più fronti: quello naturalistico, con la ripulitura del sottobosco, l’eliminazione delle piante morte o pericolanti e la messa a dimora di decine di alberi ad alto fusto; quello sentieristico, con il ripristino di itinerari, la messa in sicurezza di parapetti e gradinate; quello architettonico, con il recupero di molti edifici e ruderi presenti nel Bosco, tra cui la Chiesa di Santa Croce, il Mulino, i resti del Convento benedettino, la Torre trecentesca.
Il Bosco di San Francesco si estende per un’area vastissima, 64 ettari di paesaggio rurale, con terreni boschivi, radure, campi coltivati e alcuni importanti elementi architettonici. Il bosco si estende dal muro di cinta della Basilica Superiore di Assisi sino al torrente Tescio. E’ un bosco di querce, aceri e carpini, contornato da oliveti e coltivi, un luogo dal significato altamente simbolico. All’interno del bosco si snoda il sentiero che dalla Basilica conduce al Monastero di Santa Croce. È qui che passeggiando si notano i resti di un microcosmo abitato dalle monache benedettine: un ospedale, il monastero, la chiesa, un ponte, un mulino e, attraversati i campi, si scopre un’antica torre-opificio.
Questo ambiente, che fa da sfondo a tante opere di Giotto, rappresenta per il visitatore anche l’occasione di un viaggio spirituale, intriso com’è di quel senso di armonia tra uomo e natura proprio della predicazione francescana. È ispirandosi a questo ideale sistema storico-paesaggistico che vengono presentate al visitatore tre chiavi di lettura, tre diverse visioni di uno stesso ambiente, intrecciabili tra loro e tra loro sovrapponibili: naturale, storica e spirituale. Non è quindi una passeggiata qualsiasi e nemmeno un percorso-vita in un parco, ma un piccolo viaggio privato e interiore per abbandonarsi alla bellezza del luogo e alla dolcezza della meditazione.