Abbazia di Santa Maria a Cerrate
Situata sulla strada provinciale che collega Squinzano a Casalabate, è uno dei più significativi esempi di romanico in Puglia. Il complesso è attualmente gestito dal Fondo Ambiente Italiano, che nel 2012 ne ha acquisito la proprietà.
Secondo la leggenda l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce venne fondata dal re Tancredi di Altavilla a cui apparve la Madonna fra le corna di un cervo (dal nome dell’animale deriva la denominazione Cerrate o Cervate) e per tale ragione decise di far erigere l’Abbazia. La località fu un importante polo religioso e culturale fino al Cinquecento, successivamente trasformata in masseria. Nel 1711 l’Abbazia venne saccheggiata dai pirati turchi e cadde in uno stato di abbandono che proseguì fino al restauro affidato dalla Provincia di Lecce all’architetto Franco Minissi, nel 1965. Da questo intervento nacque il Museo delle Arti e delle Tradizioni popolari del Salento.
L’Abbazia è in stile di romanico e presenta in facciata un portale sormontato da un’arcata con altorilievi di eccezionale qualità che riproducono scene del Nuovo Testamento e un monaco in preghiera. La facciata presenta un piccolo rosone al centro e un portale duecentesco decorato da rilievi che evocano scene religiose quali l’Annunciazione della Vergine, la Visita a Santa Elisabetta dei Magi e la Fuga in Egitto. L’interno della struttura si caratterizza per un approccio sobrio ma colmo di simbolismo religioso: è a tre navate coperto da un soffitto costituito da travi, canne e tegole, secondo la tradizione del tempo. Di notevole interesse sono gli affreschi duecenteschi e trecenteschi nelle absidi e lungo le pareti.
Alcuni degli originari affreschi sono stati rimossi dalle pareti in occasione dei lavori i restauro: le opere sono state assicurate alle cure dei restauratori e poi conservate nell’adiacente museo e destinate all’esposizione al pubblico.
La straordinarietà dell’Abbazia nel territorio di Squinzano non è solo da ricercarsi nel suo indiscusso valore di bene culturale, ma anche nel contesto paesaggistico nel quale è inserito fatto di uliveti e frutteti. Obiettivo del Fai è infatti quello di restituire nella sua interezza e bellezza il complesso monumentale ai salentini, molti dei quali ignorano la presenza di un sito architettonico così tanto rilevante, e ai turisti che negli ultimi anni hanno eletto la provincia di Lecce meta per le proprie vacanze.